Il teatro antico

Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti“. (William Shakespeare)

Giochiamo a rappresentare tutti i nostri volti. Frequentemente le persone stanno male perchè si riconoscono in un unico modo di essere: si sono identificati con un solo personaggio.

Ma quando vengono esclusi dalla loro vita i diversi volti che compongono il loro Sè, questi si esprimono sotto altre forme: angoscia, ansia, depressione e sintomi somatici. Come insegna Jung, il pericolo più grande è l’unilateralità: se sono statici e ripetitivi, se la loro personalità è monolitica (tutta d’un pezzo) rischiano di ammalarsi. Il cervello ha bisogno più di tutto della discontinuità, di esprimersi su più livelli, di volgersi verso direzioni differenti. Incarnare personaggi diversi significa integrare nel loro Io aspetti di loro ancora inconsci per compiere quel processo auto-realizzativo che la psicologia del profondo definisce “individuazione”.