L’I Ching – Il libro dei Mutamenti

L’antico testo cinese di divinazione noto col nome di I Ching (Libro dei Mutamenti) è uno dei Cinque Classici di Confucio (551-479 a.C.), ma la sua origine risale a molto tempo prima. I trigrammi (linee triple) sulla quale il sistema si basa, sono accompagnati per la prima volta, così vuole la leggenda, sul dorso di una tartaruga dall’imperatore Fu Hsi nel ventiquattresimo secolo avanti Cristo. Composto da sessantaquattro esagrammi (figure formate da sei linee) che possono essere costituiti con gli otto trigrammi originali, vengono comunemente attribuiti a Wen Wang (dodicesimo secolo avanti Cristo). Le linee che formano i trigrammi e gli esagrammi dell’I Ching sono di due tipi: intere e spezzate, la loro composizione è determinata dal lancio delle monetine. Intere generazioni di studiosi cinesi hanno dato una serie di interpretazioni degli esagrammi, tutte scritte in maniera allusiva e criptica. L’I Ching non è soltanto un semplice libro divinatorio, ma un opera filosofica esprimente una cosmologia che associa l’uomo e la natura in un unico sistema e che ha avuto un profondo impatto sul pensiero cinese. La filosofia sottintesa nell’I Ching ha strette affinità con credo taoista, il cui fondamento è la credenza nelle forze complementari dello Yin e dello Yang, simboleggiate dal segno del T’ai Chi, un cerchio diviso in due parti da una linea curva: da una parte rappresenta il principio attivo e mascolino dello Yang, l’altra il principio passivo e femminile dello Yin.